martedì 17 luglio 2012

CURIOSITA' DAL WEB: ALLA SCOPERTA DELL'AGLIO

La scoperta dell'aglio
Si utilizza a tavola e come rimedio fin dai tempi più remoti: non basta? Ci vuole proprio la scienza per dimostrarne la validità?
Fate una bella scorta!
Siete come vampiri e streghe e arretrate davanti a una testa di aglio? Peccato, perfino la scienza dedica la sua attenzione all'umile e puzzolente bulbo per capire se gli usi secolari funzionano davvero (qualcuno dovrà ben illuminarci!). Uno studio di maggio condotto da ricercatori dell'università di Copenaghen (1) si è incentrato sull'ajoene, un composto che combatte trombosi e aggregazione piastrinica, svolge un'attività antitumorale e fortemente antibatterica. Il suo estratto sintetico (naturale, no?) si è dimostrato particolarmente attivo contro un batterio molto pericoloso, Pseudomonas aeruginosa, e le infezioni polmonari che questo provoca soprattutto nei malati di fibrosi cistica.
Che fosse un antisettico polmonare (oltre che intestinale) lo diceva già il fitoterapeuta francese Jean Valnet circa un secolo fa... E prima di lui, molti altri l'hanno sperimentato. L'aglio compare per esempio nel papiro di Ebers (1550 a.C.) per la sua capacità di proteggere la circolazione, combattere i parassiti, gli ascessi e i tumori. Ed ecco che cosa scrive il ricercatore canadese Richard Béliveau (2) dell'aglio: “L'aglio e i suoi cugini frenano lo sviluppo del cancro sia per la loro azione protettrice contro i danni causati dalle sostanze cancerogene sia per la loro capacità di impedire la crescita delle cellule cancerogene”.
Le molecole interessate si “attivano” semplicemente schiacciando gli spicchi – come testimonia l'odore pungente che viene emesso. Perciò, conclude il ricercatore, l'aglio schiacciato di fresco “è in assoluto la miglior fonte di composti anticancerogeni e deve essere preferito ai supplementi”. Chiaramente questo è un invito a portare in tavola i gustosi spicchi servendoli... in tutte le salse. La buona notizia è che, contrariamente a quanto si pensa, l'aglio è ben digeribile, meglio se usato a crudo (o comunque mai soffritto); lo deve evitare solo chi soffre di eccessiva acidità gastrica.
E per l'alito? Associatelo a erbe aromatiche e spezie, e a fine pasto masticate qualche semino di cardamomo: favorisce la digestione e lascia in bocca un gusto fresco e gradevole.
(1) Jakobsen TH, van Gennip M et al. “Ajoene, a sulfur-rich molecule from garlic, inhibits genes controlled by quorum sensing”. Antimicrob Agents Chemother. 2012 May.
(2) Béliveau R, Gingras D, L'alimentazione anticancro, Sperling & Kupfer 2006.
di Giuliana Lomazzi

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