venerdì 5 aprile 2013

ALIMENTAZIONE: L'ALIMENTO PIU' ADATTO ALL'ESSERE UMANO

L'ALIMENTO PIU' ADATTO ALL'ESSERE UMANO

Vivo non è esser vivo, ma star bene.
Marziale



frutta e verdura


L'alimentazione viva opera con efficacia risolutiva, oltre che sul piano curativo, anche su quello preventivo in quanto, tenendo l'uomo lontano dal cibo-spazzatura, attiva la migliore tutela possibile della sua salute fisica, mentale e morale.
A proposito del medico di Losanna (Kouchakoff) mi limito qui a ricordare, sia pure molto succintamente, che egli ha dimostrato, a conclusione di migliaia di esperimenti condotti su molti soggetti e su lui stesso, che un alimento cotto provoca la moltiplicazione quasi immediata (sin dai primi atti masticatori, giacché la reazione fagocitaria è innescata addirittura nella cavità orale) dei globuli bianchi, che come è noto servono a difenderci da corpi estranei a noi dannosi, soprattutto di natura microbica, mentre l'alimento crudo non la provoca mai.
Esiste, insomma, nel nostro organismo una sorta di automatismo fisiologico in forza del quale l'alimento cotto è trattato come un aggressore, contro il quale il corpo mobilita il suo più potente mezzo di difesa, cosa che non fa con l'alimento crudo, che evidentemente il corpo accetta come un "amico", cioè come il cibo "naturale" dell'uomo.
Queste scoperte sono di basilare importanza perché da esse scaturisce una verità fondamentale, a proposito della quale preferisco riferire il pensiero di un autorevole studioso, il prof. A. Delaval, che così si esprime: "L'uomo fa cuocere i suoi cibi ormai da parecchie centinaia di generazioni; ebbene, dopo tanto tempo non si è verificato alcun adattamento anatomo-fisiologico all'alimento cotto, che continua ad essere rifiutato dall'organismo mediante l'azione di rigetto evidenziata sperimentalmente da Kouchakoff. Insomma l'uomo continua a reagire oggi all'alimento cotto come ha fatto la prima volta migliaia di anni fa. Dopo tanto tempo il corpo continua a rifiutarsi di adattarsi a tale nostra incosciente perseveranza. Pertanto la scoperta di Kouchakoff ci ha reso edotti di una esperienza gigantesca sull'uomo, cominciata nella preistoria e deve costituire per noi un serio ammonimento. Le nostre difese sollecitate diverse volte al giorno, devono inevitabilmente indebolirsi e forse in questo risiede la nostra grande vulnerabilità alle infezioni. Inoltre, ogni individuo possiede un certo capitale energetico al quale attingono tutti i mezzi di difesa dell'organismo. L'effetto Kouchakoff dovuto alla alimentazione cotta diminuisce dunque la resistenza dell'organismo a tutte le aggressioni".
Prof. Armando D'Elia



PROTEINE DEL LATTE MATERNO E PROTEINE DELLA FRUTTA, GUIDE NATURALI E SICURE PER L'ALIMENTAZIONE UMANA

A cura del Prof. Armando D'Elia
tratto da FRUTTARIANI a cura di René Andreani, Erga edizioni - 1996

1. I NOSTRI PROGENITORI FRUTTARIANI

2. L'UOMO FRUTTARIANO DIVIENE CARNIVORO

3. LE PROTEINE DELLA FRUTTA




1. I NOSTRI PROGENITORI FRUTTARIANI

Per una corretta comprensione dell'argomento di questa relazione occorre fare uno sforzo su sé stessi: si devono, cioè, lasciare da parte tutte le teorie e le ipotesi sull'alimentazione dell'uomo preistorico che grosse forze economiche ed una scienza asservita al potere e al profitto hanno cercato di farci accettare a tutela di determinati interessi. Si deve invece cercare di dare risposte soddisfacentemente accettabili agli interrogativi che certamente suscita tale tema, utilizzando il buon senso, la logica elementare e i nostri orientamenti istintivi: sono, questi, tre semplici ma potenti strumenti di indagine di cui tutti disponiamo e che dobbiamo rivalutare ed usare con determinazione.
Occorre partire da un dato di fatto incontestabile: i nostri antichi progenitori non erano carnivori, non erano erbivori, non erano onnivori, erano semplicemente dei fruttariani e lo furono per moltissimi anni, i primi della loro esistenza. Essi, non ancora bipedi, vivevano sugli alberi della foresta, che dava loro l'unico cibo al quale la specie umana è biologicamente adatta, cioè la frutta succosa e dolce, che ancora oggi istintivamente appetiamo e cerchiamo da piccoli finché conserviamo i nostri sani istinti alimentari. Quindi noi tuttora nasciamo fruttariani, non ci sono dubbi, non ce ne possono essere, da bambini desideriamo e rubiamo la frutta, non la carne, non la verdura, essendo attirati unicamente dal cibo più confacente alla nostra struttura fisiopsichica e quindi nutrizionalmente ottimale, come l'anatomia comparata, la fisiologia comparata ed altre discipline scientifiche comprovano.
Indubbiamente, per ogni specie animale esiste un cibo adatto, più di qualsiasi altro, a quella specie e la frutta succosa e dolce è, appunto il cibo più adatto naturalmente alla specie umana. Scientificamente questo è spiegabile facilmente dato che esiste una stretta relazione, profonda ed atavica, tra un certo tipo di alimento e la struttura anatomo-funzionale dell'animale che di esso si nutre; tale relazione costituisce garanzia di conservazione e di salute per quell'organismo, il quale, pertanto, è, ovviamente, attratto "istintivamente" da quello specifico alimento. Quell'organismo è, in conclusione, predisposto, per legge naturale, in modo ottimale, alla ingestione e alla digestione di quell'alimento soprattutto e più di ogni altro alimento.
La terminologia è importante; deve essere quanto più possibile esatta, per evitare confusioni, errori di valutazione, interpretazioni fuorvianti, conclusioni sbagliate.
Detto questo, ecco che sorge qui la necessità di fare chiarezza sulla differenza tra "fruttivoro" e "fruttariano" e tra "fruttivorismo" e "fruttarismo".
Parliamone, quindi.
Il termine "fruttivorismo" indica un generico "mangiar frutta"; pertanto "fruttivoro" è "chi mangia frutta". Orbene, se pensiamo che esistono popoli che non conoscono l'uso alimentare della carne e dell'olio, o del pane, o del latte non umano, ma che (significativamente!) non esiste alcun popolo che ignori la frutta come alimento, allora TUTTI gli abitanti della Terra si potrebbero qualificare "fruttivori", anche se assieme alla frutta mangiano altro? CERTAMENTE.
Ma quei fruttivori che sono finalmente riusciti ad individuare nella frutta il proprio UNICO e duraturo alimento, ripristinando felicemente l'alimentazione naturale dei nostri antenati, sono dei fruttivori particolari che occorre distinguere dagli altri fruttivori chiamandoli "fruttariani" e chiamando "fruttarismo" il modello alimentare da loro raggiunto. Non sarebbe errato quindi dire che i fruttariani sono dei "fruttivori fruttariani".
In conclusione, tutti i fruttivori e quindi indistintamente tutti gli uomini della Terra sono potenzialmente dei futuri fruttariani in quanto tutti inevitabilmente, più o meno tardi e più o meno velocemente, approderanno (questo è il vero progresso!) al fruttarismo, ambita meta di tutta l'umanità, impegnata ormai nel lungo viaggio di ritorno alla alimentazione naturale, che ha intrapreso molti millenni fa.
E', questo, un viaggio lunghissimo, ma che verrebbe enormemente accelerato se da bambini fossimo lasciati liberi di crescere nutrendoci solo con la frutta, unico alimento che l'istinto ci suggerisce e che ambiamo mangiare e non fossimo invece soggetti alle pressioni deviatrici dei genitori, di coetanei già viziati, di pediatri che, ignoranti o venduti all'industria, influenzano purtroppo le cure parentali.
Ancora qualche nota di terminologia per affermare che si può validamente usare il termine "frugivoro" quale sinonimo di "fruttariano", come autorevolmente confermano il glottologo Pianegiani nel suo "Dizionario etimologico della lingua italiana" ed il linguista Webster nel suo "New International Dictionary".
Va ricordato anche che la radice etimologica di FRUCTUS è la medesima di "frugale" e quindi di "frugalità", per indicare un modello di alimentazione sobrio e limitato a modeste quantità di prodotti della terra, il che torna a lode del vegetarismo e, naturalmente, del fruttarismo. C'è chi, facendo leva sul fatto che FRUGES (latino) significa "frutti", ma significa anche "biade", sostiene, più o meno artatamente, che il termine "frugivoro", se si privilegia tale secondo significato e se ci si riferisce all'uomo, giustifica il ricorso alimentare ai cereali da parte dell'uomo stesso.
Una simile tesi è però scientificamente insostenibile per molti motivi e soprattutto per i seguenti, da tenere sempre presenti:
- I cereali danno dei frutti secchi (cariossidi) che, se interi, sono inadatti ad alimentare l'uomo mentre sono adatti, per esempio, a nutrire uccelli granivori, che sono fomiti di un apparato digerente appositamente strutturato per la digestione di questi frutti/semi delle graminacee (famiglia alla quale appartengono i cereali) e ben diverso da quello umano. L'uomo soltanto ricorrendo ad artifici riesce ad utilizzare i cereali: con la MOLITURA e poi con la COTTURA, ricavando alla fine dei prodotti morti, privati, fra l'altro, del corredo vitaminico.
- All'uomo si addicono solo i frutti crudi (cioè "vivi"), carnosi e dolci, che costituirono - si ripete - la sua unica fonte di alimentazione nella preistoria e che contengono più o meno la stessa percentuale media di acqua presente nel corpo umano (65%).
- La digestione degli amidi dei cereali è particolarmente onerosa in quanto a dispendio energetico e alla fine approderà alla formazione terminale di monosaccaridi (cioè zuccheri semplici, come, per esempio, il glucosio) che troviamo già presenti, pronti ad essere assorbiti senza fatica, nella frutta carnosa e dolce.
Se, invece, si fa riferimento non all'uomo come fruitore di cereali, ma ad altri animali, l'affermazione secondo la quale è corretto l'utilizzo alimentare dei cereali è scientificamente valida. Del resto si è già visto dianzi che per gli uccelli granivori le cariossidi (integre) dei cereali costituiscono cibo adeguato. Lo precisa attenzione! - lo stesso glottologo Pianegiani (prima citato) il quale ci dice che FRUGES con il significato di "biade" si addice "propriamente alle bestie", intendendo evidentemente per "bestie" gli animali non umani e particolarmente gli erbivori, i quali infatti usano le biade come foraggio e per i quali quindi è giusto dire (come, sempre il Pianegiani dice) che "si pascono" di biade.
Poiché questo paragrafo fa parte di un lavoro imperniato sulle proteine nell'alimentazione umana, uno dei punti qualificanti è senza dubbio quello che riguarda le proteine della frutta, che costituirono per millenni l'unico cibo dell'uomo preistorico. L'uomo, però, ad un certo momento del suo passato preistorico divenne carnivoro e la carne, si sa, è un alimento eminentemente proteico, che continua ad essere presente nella comune dieta di gran parte dell'umanità.
Quale abisso tra l'uomo preistorico fruttariano testé descritto e l'attuale uomo carnivoro! perché l'uomo divenne carnivoro!
Cerchiamo di rispondere a questo inquietante interrogativo nel seguente paragrafo.


2. L'UOMO FRUTTARIANO DIVIENE CARNIVORO

Ovviamente, nel lunghissimo periodo durante il quale l'uomo si nutrì solo di frutta nella sua patria d'origine, la foresta intertropicale fruttifera, il suo fabbisogno proteico non poté essere coperto altro che dal contenuto proteico della frutta, sull'entità del quale tratteremo in un apposito sottocapitolo.
Cerchiamo invece di capire i motivi dell'avvento del carnivorismo nella vita dell'uomo, fatto che ha tutte le caratteristiche di una tragica involuzione, dalla quale prese l'avvio la degenerazione fisiopsichica dell'uomo attuale; anche le modalità con le quali questo evento ebbe a realizzarsi sono degne di attenzione. Ecco perché è necessario parlarne prima di riprendere il discorso sulle proteine.
Durante la preistoria dell'uomo si verificarono eventi meteorologici e geologici che alterarono profondamente l'ambiente. In particolare vennero alterati i biomi vegetali dai quali l'uomo traeva il proprio nutrimento. Avvennero: glaciazioni (espansioni dei ghiacciai), interglaciazioni (ritiri dei ghiacciai e avvento di climi più caldi), periodi di forte inaridimento climatico (siccità), periodi di aumenti eccezionali di piovosità (pluviali).
Per l'uomo fu particolarmente importante l'ultima glaciazione, denominata WURM, per la precisione WURM III, dell'era quaternaria (pleistocene). Tale immane glaciazione comportò l'avanzata dei ghiacciai su gran parte delle regioni euroasiatiche, con conseguente distruzione delle foreste e con effetti che si protrassero sino a 10.000 anni fa circa. Ma coeve di tale glaciazione furono le intensissime precipitazioni (pluviali) che si verificarono in Africa; ed anche questi eventi climatici furono gravidi di conseguenze per l'uomo. A tali pluviali fecero seguito delle fasi di calo drastico delle piogge e di conseguente inaridimento del clima. A tutto questo bisogna aggiungere gli effetti della formazione della Great Rift Valley, lungo la quale l'Africa si è come spaccata a causa di un grandioso effetto tettonico, tuttora in corso.
L'insieme di tali eventi provocarono notevolissime riduzioni delle foreste che si trasformarono prevalentemente in savane.
L'uomo fu così costretto ad assumere le caratteristiche di un animale da savana, per sopravvivere, fu costretto a cibarsi di quello che in tale ambiente trovava. Vi trovò le graminacee, piante che richiedono spazi aperti, luce solare diretta, condizioni offerte dalla savana e non dall'ombrosa foresta donde l'uomo proveniva. Ci dice il prof. Marcelle Cornei, illustre studioso, dal quale tanto abbiamo appreso, nel suo "Quaderno della salute": L'uomo, per derivazione ancestrale, è una scimmia d'ombra: visse per milioni di anni sugli alberi, nell'ombra delle fronde; sceso a terra, poi, vagò per altri milioni di anni nella savana.
Ora, le graminacee (ne abbiamo già parlato) producono frutti secchi, inodori e insapori;sono, insomma, cibo per uccelli. Con artifizi l'uomo riuscì, con l'aiuto del fuoco, ad utilizzare queste cariossidi. Ma l'evento più rivoluzionario che occorse all'uomo che si comportava come un animale da savana, fu il ricorso, a scopo alimentare, alla carne degli erbivori abitatori della savana, divenendo così, per necessità, un mangiatore di carne, sempre però con l'aiuto del fuoco, non potendo mangiare crudi ne le cariossidi dei cereali ne le carni. Senza l'artifizio della cottura e (per i cereali) della molitura, l'uomo non avrebbe potuto diventare ne un mangiatore di carne, ne cerealivoro, giacché le sue caratteristiche anatomiche naturali (dentatura, ecc.) da sole, non lo avrebbero consentito.
L'impatto con le innaturali deviazioni alimentari (cereali e proteine di cadaveri di animali, peraltro cotti, cioè morti) ebbe, per l'uomo, conseguenze catastrofiche in termini di salute e di durata della vita: il che è comprensibile, dato quello che io chiamo "salto a strapiombo" tra un alimento vivo e vitalizzante come la frutta da una parte e gli alimenti amidacei e carnei, cadaverici e mortiferi, iperproteici come la carne, uccisi e quindi devitalizzati con la cottura, dall'altra.
Reay Tannahill nella sua "Storia del cibo" ci dice che addirittura "durante il periodo dei Neanderthaliani meno della metà della popolazione sopravviveva oltre i 20 anni e 9 su 10 degli adulti restanti morivano prima dei 40 anni".
Fu soprattutto l'avvento del cibo carneo, con il suo contenuto eccessivo di proteine e con la conseguente tossiemia a produrre tali disastrosi effetti sul corpo, ma anche sulla mente degli uomini; non bisogna infatti dimenticare che la carne crea aggressività.
S'è detto prima che anche le modalità con le quali questi eventi così negativi si produssero "sono degne di attenzione". Accenniamone, quindi riferendo, in succinto, quanto a questo riguardo dice James Collier, autorevole antropologo: "In conseguenza dei disastrasi effetti di tali eventi sconvolgenti sul clima e sulla vegetazione, l'uomo non potette più affidarsi ai vegetali per nutrirsi e dovette ricorrere alla carne." Ma l'uomo è inerme, quindi non è per natura carnivoro, essendo sfornito anatomicamente dei dispositivi atti ad inseguire, uccidere e masticare, crude, le carni degli erbivori. Si pensa pertanto che l'uomo primitivo non sia stato, all'inizio, tanto un cacciatore quanto uno spazzino, che si nutriva delle prede fatte da altri animali veramente carnivori, mancandogli anche la insensibilità necessaria per aggredire ed uccidere con le proprie mani degli animali pacifici e innocenti, oltre che inermi. Forse, adoperando sassi e bastoni, l'uomo riusciva ad allontanare il leopardo dall'antilope uccisa, se ne impossessava e la trascinava al sicuro nel suo rifugio. Tale comportamento è stato chiamato anche "sciacallaggio".
Ma l'uomo non si limitò a sottrarre agli animali carnivori parte delle loro prede, ma fu costretto anche, quando non trovava da esercitare tale funzione di sciacallaggio, a cacciare direttamente, forzando la sua naturale non-aggressività, spintovi sempre dalla necessità di trovare i mezzi per sopravvivere. Il prof. Facchini (docente di antropologia all'Università di Bologna) si dice certo che l'uomo preistorico adoperò il fuoco a scopo culinario soprattutto per cuocere la carne. Concorda su tale affermazione anche il prof. Qakiaye Perlès, dell'Università di Parigi.
Ma oggi per fortuna non esistono più le ragioni di forza maggiore che obbligarono i nostri antenati ad alimentarsi con cadaveri di animali per assicurarsi il fabbisogno proteico; pertanto da molto tempo l'uomo ha inserito in misura crescente frutta, verdura e ortaggi crudi nella propria dieta.
Occorre però vigilare sempre, per difenderci dall'autentico agguato che le industrie alimentari ci tendono continuamente proponendoci, ricorrendo alla propaganda a mezzo dei mass-media e all'opera nefasta di medici prezzolati, sostanze di dubbia convenienza o addirittura nocive.


3. LE PROTEINE DELLA FRUTTA

Il tema di questo paragrafo riveste una particolare importanza nella problematica delle proteine. La sua trattazione è necessariamente complessa in quanto deve attingere a molteplici informazioni provenienti da fonti non solo assai disparate ma che possono sembrare a prima vista lontane dall'argomento trattato anche se poi si rivelano utili e convergenti in un medesimo intento.
Questo motiva il ricorso alla seguente esposizione "a stelloncini", che in casi consimili è risultata essere la più conveniente per l'intelligibilità del testo.
Si è cercato tuttavia di dare, al succedersi degli stelloncini, nei limiti del possibile, un ordine logico consequenziale.
Quando si parla di proteine qualificandole come uno dei cosiddetti principi alimentari, occorre sempre tener presente che tutti codesti principi partecipano assieme, alla sintesi della materia cellulare: deve prevalere, cioè una visione olistica, globale, "sinfonica", in quanto tutti i nutrienti sono interdipendenti e tutti sono egualmente indispensabili. Si può essere certi che, viceversa una visione settoriale da luogo a valutazioni errate.
Del resto, tale interdipendenza è comprovata dal fatto che le proteine sono mal digerite in assenza di vitamine e che il loro metabolismo dipende da quello dei glucidi e dei lipidi, almeno in parte. Questo ci fa pensare subito al nostro cibo naturale, la frutta, dove, appunto, la coesistenza ed interdipendenza dei diversi principi alimentari da luogo ad un complesso (fitocomplesso) armonioso che rappresenta, nel contempo, l'optimum anche dal punto di vista nutrizionale.
Abbiamo prima affermato che l'uomo della foresta, dove aveva vissuto per milioni di anni, dovette passare nella savana. Ora, nella foresta era fruttariano, mentre nella savana, difettando la frutta, dovette divenire carnivoro; forse l'organismo umano, adattandosi alla alimentazione carnea, assunse le caratteristiche anatomiche e fisiologiche tipiche dei carnivori? NO, conservò le caratteristiche del fruttariano. Oggi, infatti, dopo milioni di anni di innaturale alimentazione carnea, le nostre unghie non si sono trasformate in artigli, il nostro intestino non si è accorciato, i nostri canini non si sono allungati trasformandosi in zanne, il nostro succo gastrico non ha aumentato la sua originale e debole acidità tipica dei fruttariani, il fegato non ha esaltato la sua capacità antitossica, ne è scomparsa l'istintiva attrazione esercitata sull'uomo in età infantile dalla frutta e neppure è scomparsa la altrettanto istintiva repulsione esercitata dalla carne sul bambino appena svezzato. Tutti segni, questi, che le proteine eccessive che, assieme ad altre caratteristiche negative, sono presenti nella carne, pur provocando danni enormi, non sono riuscite a modificare la struttura fisiopsichica dell'uomo: ciò dimostra che l'alimentazione carnea è così estranea agli interessi nutrizionali e biologici dell'uomo che questi non riesce ad adattarvisi, pur subendo le pesanti conseguenze di un innaturale carnivorismo per lunghissimo tempo.
*1* I 22 aminoacidi (21 secondo alcuni, 23 secondo altri) esistenti negli alimenti si dividono, secondo la nutrizionistica ufficiale, in due categorie: quella dei 14 aminoacidi che possono essere prodotti (sintetizzati) dall'organismo umano e quella degli aminoacidi chiamati "essenziali" (8 o 10) che invece si ritiene non possano essere sintetizzati dall'organismo umano e pertanto dovrebbero essere assunti con gli alimenti. Lo scrivente si è più volte dichiarato contrario a tale teoria, dimostrando che gli "aminoacidi essenziali" sono un autentico "mito". Tuttavia, ammettendone pure la reale esistenza come la medicina ufficiale pretende, è legittimo formulare questa domanda, di fondamentale importanza: da dove trassero, i nostri progenitori arboricoli, gli aminoacidi oggi chiamati essenziali, ritenuti indispensabili alla vita, durante i milioni di anni in cui furono abitatori della foresta e sicuramente solo fruttariani?
La risposta ad una simile domanda, non può essere che una sola, dettata dalla logica elementare e dal buon senso: evidentemente solo dalla frutta, anche se, secondo il parere di alcuni paleoantropologi, venivano probabilmente aggiunte alla frutta altre parti succulente di vegetali. E poiché noi oggi continuiamo a possedere quelle stesse caratteristiche anatomiche, fisiologiche ed istintuali di quei nostri progenitori, dobbiamo dedurre che le proteine della frutta sono qualitativamente e quantitativamente sufficienti a garantire in modo ottimale la vita dell'uomo anche oggi.
*2* Partendo da queste e da altre considerazioni il prof. Alan Walker, antropologo della John Hopkins University, è giunto alla conclusione che la frutta non è soltanto il nostro cibo più importante, ma è l'unico al quale la specie umana è biologicamente adatta. Per comprovare tale affermazione, Walker ha studiato lungamente le stilature ed i segni lasciati, nei reperti fossili, sui denti, dato che ogni tipo di cibo lascia sui denti segni particolari; scoprì, così, che "ogni dente esaminato, appartenente agli ominidi che vissero nell'arco di tempo che va da 12 milioni di anni fa, sino alla comparsa dell'Homo erectus, presenta le striature tipiche dei mangiatori di frutta, senza eccezione alcuna".
Istintivamente, quindi, i nostri progenitori mangiavano quello che la natura offriva loro, cioè la frutta matura, colorita, profumata, carnosa, dolce. Ed è facile immaginare che i nostri progenitori mangiassero la frutta spensieratamente, nulla sapendo (beati loro!) sulla quantità e sulla qualità di proteine contenute nella frutta, guidati unicamente dall'istinto... e se la passavano bene.
*3* È chiaro che la frutta è il miglior cibo, del tutto naturale, per l'uomo e per l'intera sua vita, a cominciare dal momento in cui è in grado di masticare. Il fruttarismo dell'uomo è innato, perché sbocciato dall'istinto, che ripetiamolo - è l'espressione genuina, perfetta, indiscutibile dei bisogni fisiologici nutrizionali delle nostre cellule; esso si manifesta anche prima della fine della lattazione, reso evidente dalla appetibilità e anche dalla avidità con le quali il bambino ancora lattante assume succhi di frutta fresca, che possono sostituire in certi casi anche il latte materno (succo d'uva, per esempio, come suggeriva Giuseppe Tallarico, medico illuminato, nella sua opera maggiore "La vita degli alimenti").
Abbiamo prima, accennato alla masticazione. Per masticare occorrono i denti ed i denti cominciano a nascere verso la fine della lattazione, cioè del periodo in cui l'accrescimento del cucciolo umano è affidato alla suzione della secrezione lattea delle ghiandole mammarie della madre. Domanda: perché al termine della lattazione (e anche prima) l'istinto ci orienta decisamente verso la frutta? La risposta è semplice: esiste una strettissima correlazione tra il latte, che è il primo nostro cibo, necessariamente liquido, e la frutta, cibo che succederà al latte e che ci accompagnerà, nutrendoci, per il resto della nostra vita.
Esiste, quindi, iscritta biologicamente nell'atto di nascita della nostra struttura anatomica e della nostra fisiologia, una "continuità nutrizionale tra il latte materno e la frutta", per cui possiamo a giusto titolo considerare questi due alimenti i prototipi alimentari ancestrali dell'uomo.
*4* Per dimostrare quanto conclusivamente è stato detto nel precedente 'stelloncino' sulla continuità nutrizionale tra il latte materno e la frutta, bisogna tenere presente quello che ripetutamente abbiamo già affermato e cioè:
1. All'uomo non si addicono cibi ad alto contenuto proteico, che risulterebbero dannosi alla sua salute;
2. l'uomo ha un fabbisogno singolarmente modesto di proteine, come è facilmente dimostrabile esaminando il latte materno.
Partiamo dall'argomento "latte materno", che funzionerà da battistrada nella dimostrazione della sua continuità nutrizionale con la frutta. É noto che entro il sesto mese di vita extrauterina l'uomo giunge a raddoppiare il proprio peso e a triplicarlo entro il 12°, alimentandosi unicamente con il latte materno. Tutti i testi di chimica bromatologica e di fisiologia umana ci informano che il latte materno contiene 1-1,2% di proteine. Ebbene, non è proprio così, in quanto, sino a 5 giorni dopo la nascita del figlio, il latte umano contiene il 2% di proteine e questa percentuale, a partire dal 6° giorno, comincia a calare progressivamente e lentamente sino a raggiungere, dopo 3-4 settimane, 1-1,3% e, dopo 7-8 settimane, 1- 1,2%, percentuale che verrà poi mantenuta più o meno costante sino alla fine dell'allattamento.
Si constata, in sostanza, un evidente e regolare decremento del contenuto proteico del nostro unico "primo alimento" a misura che il neonato si avvia, con la comparsa progressiva dei denti, ad acquisire capacità masticatorie. Raggiunta tale capacità, ha termine quel periodo, dalla nascita allo svezzamento, che costituisce indubbiamente la fase anabolica più impegnativa, più intensa e più difficile dell'intera vita umana e che superiamo, come si è visto, con un cibo (il latte materno) contenente le modeste percentuali di proteine prima indicate.
Poiché la velocità di accrescimento è massima nei primissimi giorni di vita e poi via via decresce, è logico anche che la percentuale delle proteine contenute nel latte, e che costituiscono il necessario materiale di costruzione, debba seguire lo stesso andamento.
L'accrescimento ponderale dell'individuo continua, come si sa, anche dopo la comparsa dei denti, per terminare tra i 21 e 24 anni, ma con una velocità estremamente ridotta rispetto a quella del lattante.
È pertanto del tutto ovvio che l'alimento che subentrerà al latte materno dovrà avere una percentuale di proteine corrispondente ai reali bisogni di proteine dell'individuo non più lattante, in linea con la decrescenza, prima comprovata, di tali bisogni proteici. Riassumendo, il fabbisogno proteico dell'uomo è massimo nel lattante, medio nell'adolescente, minimo nell'adulto: questo ci dice il grande igienista Attilio Romano nel suo aureo lavoro "Pregiudizi ed errori in tema di alimentazione"; su questo insiste anche il prof. Alessandro Clerici nel suo Lavoro "Come si deve mangiare".
Occorre osservare:
1. Senza alcun dubbio spetta al medico tedesco Lahmann il merito di avere, da pioniere illuminato, gettato, nel campo della dietetica umana, le basi scientifiche del fruttarismo, avendo scoperto e dimostrato che esso costituisce la innata prosecuzione naturale dell'alimentazione lattea.
2. Ancora prima del Lahmann, un altro "grande", Max Rubner, docente di clinica medica all'Università di Berlino, aveva richiamato l'attenzione degli studiosi suoi contemporanei (e Lahmann colse l'importanza di tale appello) sul fatto che "la scarsezza di proteine nel latte materno è un segno distintivo della specie umana che sconfessava i paladini dei regimi ricchi di proteine".
Questa è la regola che vige in natura: destinare ai diversi esseri viventi cibi che contengano i principi alimentari indispensabili, ma solo nella quantità necessaria, che deve essere considerata l'optimum per l'individuo. Tanto è vero che non possiamo nutrire un neonato umano, il cui latte contiene 1-1,2% di proteine, con il latte per es. di mucca, che contiene il 3,5% di proteine senza determinati accorgimenti come la elementare diluizione, nel tentativo di evitare enteriti e altri malanni, anche gravi.
Il corpo umano, quindi, osserva proprio questa regola, cioè la cosiddetta "legge del minimo", che a nostro parere potrebbe anche (e forse "meglio") chiamarsi "legge dell'optimum" in quanto, se l'individuo ingerisce cibi contenenti dei nutrienti in quantità eccedenti il proprio fabbisogno, tale eccesso diviene per l'organismo una vera e propria scoria tossica ed il corpo cerca in tutte le maniere di sbarazzarsene, cosa che avviene in speciale modo per le proteine, come in precedenza s'è già detto.
*5* Poiché la velocità di accrescimento dell'individuo non più lattante è decisamente inferiore a quella che aveva durante l'allattamento, è naturale ed ovvio che il contenuto proteico del primo cibo solido che l'uomo assume dopo lo svezzamento debba essere inferiore a quello del latte materno e da considerarsi l'optimum secondo la "legge del minimo". Ciò, in armonia con il reale diminuito bisogno di proteine.
Ebbene, tale cibo non può essere che la frutta, che ha, appunto, in media, un contenuto proteico adeguato ai bisogni nutrizionali normali della fase successiva allo svezzamento: cioè, mediamente inferiore a quella riscontrata nel latte materno che nel periodo terminale dell'allattamento si aggira attorno all'1,2%, come si disse.
A questo riguardo è interessante l'opinione del dottor Lovewisdom, uno dei più profondi studiosi dell'alimentazione naturale dell'uomo. Egli ci dice nel suo libro: "L'adulto umano non ha bisogno di alimenti che contengono più dell'l % di proteine" "L'homme, le singe et le Paradis". Del resto, una volta completato l'accrescimento, il nostro fabbisogno di proteine serve solo alla sostituzione delle cellule perdute per usura, cioè al semplice mantenimento dell'equilibrio metabolico e a tale scopo la frutta acquosa è più che sufficiente.
Orbene, tutti i vegetali, anche i più negletti e poco noti, contengono proteine, nessuno escluso: questo è un punto fermo, che occorre tenere sempre presente.
Diversi studiosi di vegetarismo sostengono essere sempre necessario integrare la frutta con altre parti tenere e succose di vegetali, sempre crude e fresche, sia pure in pasti separati, cioè con: radici (carota, rapa, sedano-rapa, barbabietola rossa), ricettacoli floreali e base delle brattee (carciofo), foglie, gambi e germogli (lattuga, cicoria, sedano, spinacio, cavoli di vario tipo), turioni (asparago, finocchio), infiorescenze e gambi (cavolfiore, broccoli di vario tipo), bulbi (cipolla), ecc. (tutti questi vegetali sono comunemente chiamati "ortaggi" in italiano, "lègumes" in francese).

Elenchiamo ora i più comuni frutti carnosi con i relativi contenuti proteici, in percentuale:
0,8 ............ albicocca
0,9 ............ anguria
0,9-1,3 ...... arancia
2,6 ............ avocado
1,4 ............ banana
0,9 ............ cetriolo
1,2 ............ ciliegia
2,2 ............ dattero
1,5 ............ fico
0,8 ............ fico d'india
0,95 .......... fragola
1 ............... kaki
1,4 ............ lampone
0,9 ............ limone
1 ............... mandarino
0,35 .......... mela
1,3 ............ melone
1 ............... mora
0,45 .......... nespola
1,2 ............ peperone
0,6 ............ pera
7 ............... pesca
1 ............... pomodoro
0,8 ............ prugna
1-1,4 ......... uva
1,5 ............ zucchina

media: 28,75/26 =1,1%
Ed ecco le percentuali di proteine presenti negli ortaggi più comuni, limitatamente a quelli che si possono utilizzare crudi:
1,8 ............ asparago
1,2 ............ barbabietola
1,6 ............ barbabietola rossa
2,4 ............ carciofo
2,6 ............ cavolfiore
1,2 ............ carota
1,6 ............ cicoria
1,4 ............ cipolla
1,3 ............ cavolo verza
1,9 ............ cavolo rosso
1,9 ............ finocchio
1,3 ............ lattuga e simili
1,7 ............ pastinaca
2 ............... porro
1 ............... ravanello
1,3 ............ sedano (foglie/gambi)
1,5 ............ sedano-rapa
2 ............... spinacio

media: 31,9/18 = 1,78%


Sarebbe, a questo punto, errato fare conclusivamente la media aritmetica tra il contenuto proteico medio della frutta e quello degli ortaggi per ricavare direttive alimentari pratiche. Tale calcolo darebbe 1,44 [(1,1 + 1,78)/2] e sarebbe valido se la nostra alimentazione fosse costituita per il 50% da frutta e per il 50% da ortaggi. Occorre invece dare netta preponderanza alla frutta, che è il principe dei nostri alimenti perché fu il cibo primigenio dell'uomo, quello con il quale il corpo umano si è forgiato. Dando invece in giusta misura la prevalenza alla frutta, in media la carica proteica dei cibi che dovrebbero essere utilizzati dall'uomo si attesta su 1,3% circa. Tale percentuale è largamente sufficiente, anzi superiore (sempre in media, che è quel che conta) al fabbisogno dell'uomo, specie dopo il completamento dello sviluppo, cioè dopo il 24° anno di età. Del resto, ciò è comprovato dal fatto che i fruttariani non soffrono di alcuna carenza e non hanno problemi di salute.
Naturalmente i risultati dei calcoli sopra riportati non sono da prendere, "alla virgola" o al centesimo, ma vogliono avere, ed hanno, un valore orientativo generale e soprattutto vogliono offrire, ed offrono, una prova della continuità nutrizionale tra il latte materno e la frutta. A proposito dell'ottimale validità nutrizionale del fruttarismo potremmo dilungarci a riportare autorevoli opinioni, altri fatti, altre argomentazioni scientifiche per dimostrare tale validità, che garantisce all'uomo fruttariano il godimento di una piena salute fisio-psichica: ma su tutto l'abbondante apporto probatorio che così raccoglieremmo dominerebbe la prova-base, la più incontestabile, già da noi prima evocata, ma che tuttavia torniamo ad evocare: nella foresta, patria originaria dell'uomo, questi visse in perfetta salute, sugli alberi fruttiferi, per milioni di anni, alimentandosi di frutta e - sostengono ipoteticamente alcuni studiosi, come Lovewisdom - anche di altre parti tenere di vegetali.
*6* Molto probabilmente il lettore si chiederà che bisogno c'è di dimostrare che la carica proteica del latte materno è la stessa (o presso a poco) non solo di quella della frutta, ma anche quella dei cosiddetti ortaggi. Non s'è detto che l'uomo preistorico viveva sugli alberi fruttiferi nutrendosi solo di frutta? Insomma, la sola frutta è sufficiente o no ad alimentare l'uomo? Cerchiamo di rispondere qui di seguito a tali interrogativi.
Si è già accennato in precedenza che secondo alcuni studiosi la frutta andrebbe integrata con altre parti tenere e succose di vegetali; condividiamo tale opinione, ma poiché condividiamo anche la tesi di Cornei, Tallarico, Carquè, ecc., che cioè i nostri più antichi progenitori arboricoli si nutrivano "solo" di frutta, siamo tenuti a spiegare questa nostra apparente contraddizione.
Anzitutto, la frutta che i primi uomini mangiavano da arboricoli nella foresta intertropicale era, in quanto a capacità nutrizionale, enormemente superiore a quella di oggi esistente. La frutta d'oggi è infatti il risultato di migliaia di anni di frutticoltura che, dovendo commerciare con i prodotti della terra, lo fa utilizzando dei criteri di produzione della frutta basati su: rendimento della pianta, colore, taglia, gusto, struttura, conservabilità o facilità di raccolta, sicurezza e continuo incremento del profitto.
Insomma la produzione odierna di frutta è profondamente artificiosa, mentre la frutta che nutriva l'uomo preistorico era il prodotto del libero giuoco delle forze vitali dell'aria, del suolo, delle arcane forze della natura, era figlia della luce, scrigno di energia solare, viva e vitalizzante, non cresciuta sotto lo stimolo anormale dei concimi chimici, dei diserbanti, degli anticrittogamici, i cui residui rendono oggi talora la frutta financo pericolosa per la nostra salute.
C'è un abisso, dunque, tra la frutta che nutrì i primi uomini e la frutta d'oggi. L'uomo odierno a dire il vero comincia a rendersi conto che la frutta nutre poco e male e ha perduto i sapori della frutta "antica" di cui si sente la mancanza. Ed ecco sorgere, allora, iniziative tipo "archeologia dell'albero da frutta", "banche del seme", e soprattutto coltivazioni biologiche. Un esempio: la pera cosiddetta "spina" è la "pera antica", bitorzoluta, contorta, decisamente brutta se guardala con l'occhio dell'esteta tradizionalista per il quale la pera, quella addomesticata, deve avere la forma classica e basta. In Italia di alberi di pere "spina" ne restano ormai pochi, destinati a sparire perché la gente vuole pere "belle" di parvenza e non nodose e brutte: anche se poi chi le assaggia rimane estasiato per il loro sapore, ormai non più riscontrabile nelle pere "moderne", frutto di cultivar, incroci, innesti, manipolazioni genetiche, fitonnoni, ecc.. Lo stesso discorso vale per molte varietà di mele in via di scomparsa, come le mele "zitelle", per esempio.
Deciso scadimento quindi, del valore nutrizionale della frutta moderna nei riguardi della frutta "antica" e quando diciamo "antica" ci riferiamo appena ad un secolo fa o giù di lì; ma a misura che andiamo a ritroso nel tempo la differenza si fa, ovviamente, sempre più marcata, tanto che riesce difficile solo immaginare quale potenza nutrizionale riservasse la frutta che servì alla nutrizione e alla crescita delle primissime generazioni dell'uomo arboricolo e fruttariano.
***

Abbiamo detto sopra che la gente ha cominciato a capire che la frutta odierna, nonostante che continuiamo ad essere da essa attratti, non solo nutre poco ma nutre anche male. Qui appresso spieghiamo perché.
Per effetto dei trattamenti e delle selezioni che l'uomo, come abbiamo prima accennato, applica in agricoltura e particolarmente in frutticoltura, la frutta prodotta è caratterizzata soprattutto da un eccessivo tenore di zuccheri. Ora, è vero che il nostro organismo funziona proprio grazie allo zucchero, ma è anche vero che lo zucchero, come qualsiasi altro alimento, per essere assimilato, deve trovarsi associato con vitamine, specialmente quelle del gruppo B, minerali, aminoacidi ed altri elementi nutritivi, con i quali costituisce un fitocomplesso equilibrato ed armonico.
L'eccesso di zucchero oggi riscontrabile nella frutta crea invece squilibrio e disarmonia, per cui l'organismo non è in grado di utilizzare tutto lo zucchero presente nella frutta: ecco perché si disse che la frutta d'oggigiorno fa correre il rischio di nutrire "anche male". Come ovviare a questo squilibrio? Includendo nella nostra dieta una consistente quantità di alimenti non zuccherati, in particolare verdure crude ed ortaggi vari, che forniscono in abbondanza vitamine, minerali ed aminoacidi essenziali, indispensabili per ottenere una nutrizione equilibrata.
L'aggiungere verdure ed ortaggi alla frutta, anche se questa rimarrà quantitativamente preponderante, è, quindi, un "correttivo"? Certamente, è un utile correttivo. Naturalmente, sia la frutta che le verdure e gli ortaggi, per conservare la loro efficacia nutrizionale, devono essere consumati crudi ed è anche buona norma utilizzarli in pasti separati. Ma aggiungiamo subito che si tratta di un correttivo "temporaneo" e qui di seguito spieghiamo perché diciamo che è temporaneo.
Abbiamo visto - riassumiamo - che la frutta odierna, rispetto alla frutta che nutrì l'uomo preistorico, difetta di potere nutrizionale (e si cerca nell'attuale processo, in atto, di riavvicinamento alla natura, di coltivarla biologicamente, come rimedio primo), ma eccede, invece, in contenuto di zuccheri (glucosio/fruttosio) (e si cerca di ovviarvi proponendo di accompagnarne il consumo con ortaggi, che potranno, così, partecipare all'approvvigionamento di proteine). Poiché, come è evidente, si tratta di una situazione, quella attuale, "in movimento", a misura che progredirà l'agricoltura biologica, migliorerà anche la qualità della frutta attuale, i cui lati negativi (eccessi e difetti sopracitati) si attenueranno gradualmente e alla fine scompariranno.
Ovviamente, quando la frutta riacquisterà totalmente le caratteristiche che permisero il pieno affermarsi dell'uomo preistorico arboricolo e fruttariano, cesserà il bisogno o la semplice convenienza di ricorrere agli ortaggi e l'uomo tornerà ad essere fruttariano al 100% e sarà quello un grande giorno, che riteniamo non troppo lontano, dato l'incoraggiante crescente interesse per questo così importante problema.
*7* Dicemmo, nel 5° stelloncino di questo paragrafo che all'uomo non si addicono cibi ad alto contenuto proteico, come, per esempio, derivati del latte, semi, uova, legumi, ecc., per non parlare della carne. Peraltro, molte di queste proteine andrebbero sprecate in quanto l'organismo espelle, indigerite, con le feci una buona parte di queste proteine (quelle che non riesce ad espellere in questa maniera, se sono ancora eccessive, cercherà di deaminarle trasformandole in composti ternari, cioè in zuccheri e grassi e poi ancora, se neanche ciò basta, se ne sbarazzerà mediante un lavoro straordinario del fegato e dei reni).
Dobbiamo ora tornare a parlare di questi cibi ad alto contenuto proteico, intanto per ricordare, se ce ne fosse ancora bisogno, che la frutta è da escludere dal novero dei cibi ad altro contenuto proteico e che anche questo fatto contribuisce a renderla atta all'alimentazione umana. Ma se ora torniamo a parlare di questo argomento è per evidenziare un altro fatto di notevole importanza e cioè una scoperta del già citato prof. Max Rubner, dell'Università di Berlino, il quale la rese pubblica a Lipsia, in un Convegno scientifico, con una memoria riguardante i risultati delle sue ricerche sulle proteine (che poi lui espose nel suo libro "Volksemahrungsfragen", in italiano: "Questioni relative all'alimentazione della popolazione"). Il succo di questa scoperta è che il grado di utilizzazione delle proteine di un determinato alimento è tanto più grande quanto più modesta è la percentuale di proteine che quell'alimento contiene.
Questo studioso dimostrò, per esempio, che un chilo di patate costituisce un cibo relativamente assai più nutriente di un etto di carne o di formaggio perchè l'organismo umano riesce ad utilizzare dalle patate una quantità di proteine sette volte maggiore di quelle che utilizzerebbe mangiando carne o formaggio, in quanto le proteine di un etto di carne o di formaggio sono concentrate, mentre la stessa quantità di proteine è nelle patate diffusa in una massa di dieci etti.
La stessa cosa vale per le mele, che sono molto nutrienti in quanto le loro relativamente scarse proteine (0,35%) sono utilizzate al 100%. Come è facile capire, questa scoperta di Rubner costituisce una ennesima e valida motivazione scientifica del fruttarismo.

La marcia di ritorno dell'uomo al suo originario fruttarismo non è un disegno utopico, non è un sogno, è una realtà avendo dimostrato nei paragrafi precedenti che la carica proteica della frutta rappresenta l'optimum per l'approvvigionamento azotato dell'uomo e che, per una serie di altri motivi tratti dalle più diverse discipline, il fruttarismo, è l'ambita meta finale, in un certo senso "obbligata", di tutta l'umanità, abbiamo con ciò contribuito a dare certezza scientifica alla radice della tematica fruttariana.
Sul piano pratico saremo incoraggiati a farlo dalla constatazione che la nostra salute fisica, la nostra efficienza intellettuale migliorano in maniera evidente a misura che si avanza verso il fruttarismo al 100%.





DIETA PER DISINTOSSICARE L'ORGANISMO E, SE OCCORRE, PERDERE PESO

Ad ogni pasto scegliere un solo tipo di frutta (meglio se proveniente da culture biologiche).
Mangiare fino a placare gli stimoli della fame, senza però mischiare nello stesso pasto le singole qualità (al massimo mischiare frutti della stessa categoria).
La frutta deve essere sempre sbucciata e i semi devono essere sempre scartati.
Dopo aver masticato molto bene le scorie devono essere sputate e non ingerite.
La frutta secca, per farla nuovamente idratare, va messa a bagno in un recipiente di vetro almeno quattro ore prima di consumarla.
La quantità totale di frutta, assunta giornalmente, può oscillare dai 2 e i 5 chili.





ore 8: ANANAS, ARANCE, CEDRI, FRAGOLE, KIWI, MANDARANCI, MAPO, MANDARINI, POMPELMI - frutti acidi.

CILIEGIE (marasche e amarene), LAMPONI, MANGOSTEEN, MELE (renette), MELAGRANE, MIRTILLI NERI, MORE, RIBES NERO, RIBES ROSSO, UVA SPINA, UVA URSINA (o mirtilli rossi) - frutti semiacidi.


ore 10: ANANAS, ARANCE, CEDRI, FRAGOLE, KIWI, MANDARANCI, MAPO, MANDARINI, POMPELMI - frutti acidi.

CILIEGIE (marasche e amarene), LAMPONI, MANGOSTEEN, MELE (renette), MELAGRANE, MIRTILLI NERI, MORE, RIBES NERO, RIBES ROSSO, UVA SPINA, UVA URSINA (o mirtilli rossi) - frutti semiacidi.


ore 12: CILIEGIE (marasche e amarene), LAMPONI, MANGOSTEEN, MELE (renette), MELAGRANE, MIRTILLI NERI, MORE, RIBES NERO, RIBES ROSSO, UVA SPINA, UVA URSINA (o mirtilli rossi) - frutti semiacidi.

ALBICOCCHE, ANGURIE, CILIEGIE, DURIAN, FICHI D'INDIA, FICHI NOSTRANI, PESCHE, PESCHE NOCI, MANGHI, MELE, MELONI, NESPOLE, PAPAYE, PERE, RAMBUTAN, SUSINE, UVA - frutti semidolci.


ore 14: CILIEGIE (marasche e amarene), LAMPONI, MANGOSTEEN, MELE (renette), MELAGRANE, MIRTILLI NERI, MORE, RIBES NERO, RIBES ROSSO, UVA SPINA, UVA URSINA (o mirtilli rossi) - frutti semiacidi.

ALBICOCCHE, ANGURIE, CILIEGIE, DURIAN, FICHI D'INDIA, FICHI NOSTRANI, PESCHE, PESCHE NOCI, MANGHI, MELE, MELONI, NESPOLE, PAPAYE, PERE, RAMBUTAN, SUSINE, UVA - frutti semidolci.


ore 16: CILIEGIE (marasche e amarene), LAMPONI, MANGOSTEEN, MELE (renette), MELAGRANE, MIRTILLI NERI, MORE, RIBES NERO, RIBES ROSSO, UVA SPINA, UVA URSINA (o mirtilli rossi) - frutti semiacidi.

ALBICOCCHE, ANGURIE, CILIEGIE, DURIAN, FICHI D'INDIA, FICHI NOSTRANI, PESCHE, PESCHE NOCI, MANGHI, MELE, MELONI, NESPOLE, PAPAYE, PERE, RAMBUTAN, SUSINE, UVA - frutti semidolci.


ore 18: ALBICOCCHE, ANGURIE, CILIEGIE, DURIAN, FICHI D'INDIA, FICHI NOSTRANI, PESCHE, PESCHE NOCI, MANGHI, MELE, MELONI, NESPOLE, PAPAYE, PERE, RAMBUTAN, SUSINE, UVA - frutti semidolci.

BANANE, CERIMOIE, DATTERI, KAKI, UVA (zibibbo, pizzuttella); nonché la frutta secca: FICHI, UVETTA, MELE, PERE, PRUGNE, PESCHE, ALBICOCCHE, MANGHI, PAPAYE - frutti dolci.


ore 20: BANANE, CERIMOIE, DATTERI, KAKI, UVA (zibibbo, pizzuttella); nonché la frutta secca: FICHI, UVETTA, MELE, PERE, PRUGNE, PESCHE, ALBICOCCHE, MANGHI, PAPAYE - frutti dolci.

AVOCADO - frutto grasso.



N.B. Se non si riesce a mangiare solo frutta, il pasto delle ore 20 può essere costituito da verdura (meglio cruda che cotta) condita con salsa di avocado e limone. Niente olio, sale e aceto.

ATTENZIONE: durante le depurazione si possono verificare sensazioni e disturbi dovuti alla reazione di disintossicazione. Non preoccupatevi e lasciate che l'intelligenza cellulare faccia il suo lavoro.
Accogliete con gioia queste reazioni, perchè indicano che il vostro organismo è ancora dotato di una forza vitale in grado di risanarvi (vis medicatrix naturae).





Prof. Armando D'Elia
Naturalista, biochimico, studioso di dietetica vegetariana (Comitato Scientifico AVI)
tratto da FRUTTARIANI
a cura di René Andreani, Erga edizioni - 1996









PER SAPERNE DI PIU':

IL CRUDO E' SERVITO! I SEGRETI DEL CRUDISMO PER VIVERE PIU' SANI SENZA RINUNCIARE AL PIACERE DEL CIBO
di Lucia Giovannini, Giuseppe Cocca
Edizioni MyLife 2011

"Se pensi che il crudismo sia mangiare una foglia di lattuga e una carota, stando seduti nella posizione del loto, ti sbagli. Non è niente di tutto ciò. I piatti sono davvero deliziosi e saporiti e si possono integrare facilmente nella propria alimentazione."


CRUDO e SEMPLICE - Film Documentario in DVD
Macro Video 2010

"246 milioni di persone nel mondo hanno il diabete eppure una soluzione naturale e semplice c'è...

Un film documentario indipendente che testimonia un esperimento unico al mondo per guarire il diabete, una malattia sempre più diffusa tra adulti e bambini a causa di scorrette abitudini alimentari ed esistenziali."


FRUTTISMO E CRUDISMO
di Luca Speranza
Sì Edizioni 2010

"Fruttismo e Crudismo sono la chiave di una rivoluzione alimentare che restituisce all'uomo la sua dimensione ecologica, e che può cambiare il futuro dell'umanità. Questo libro si basa sul buonsenso, offre informazioni ed esperienze, che il lettore può mettere in pratica secondo le proprie esigenze.

In Appendice scritti di Armando D'Elia, uno dei 'padri' del vegetarianesimo italiano."

Paola Eleonora Raschellà - Turate (CO)
The Reconnection® e Reconnective Healing Practitioner® - Certified level III
Tel. 331 9226818 - Email:riconnessione.rpe@gmail.com
 
 
 
TRATTO DA http://www.sdoing.it/chiavi/crudismo.html

SPAZIO DIKSHA: TRADUZIONE DELLA WEBCAST DI SRI BHAGAVAN CON CANADA E FRANCIA DEL 24 FEB 2013

INSEGNAMENTI DI SRI BHAGAVAN


temple
 
 


SRI BHAGAVAN - WEBCAST DARSHAN CON CANADA & FRANCIA PER I DEVOTI TAMIL, 24 Feb 2013






Traduzione a cura di Paola Eleonora Raschellà
dal video


https://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=Wx9aN1zsc6Q


D1) Bhagavan, per favore puoi spiegarci un tuo insegnamento “Il passato fluisce nel presente e manifesta se stesso
nel futuro”.
SRI BHAGAVAN:



La mente è qualcosa che è sempre con noi. Che cos’è la mente? La mente è il flusso dei pensieri del


passato, attraverso il presente e verso il futuro. Quindi, il flusso riguarda solamente il passato. Pensare al passato è
essere nel passato. Pensare al presente è essere nel passato. Pensino pensare al futuro è essere nel passato. Il passato
proietta persino il futuro. Così noi siamo sempre prigionieri del passato. Perciò per noi non c’è alcuna libertà. Il
passato è escluso solo quando siamo Risvegliati. Solo allora possiamo dire di avere libertà. Altrimenti c’è solo il
passato.





D2) Bhagavan, ora noi siamo nello stato di Risveglio. Cosa dovremmo fare per raggiungere il livello 50, Bhagavan?
SRI BHAGAVAN:



Innanzitutto dovremmo essere Risvegliati. Il Risveglio non può essere ottenuto con uno sforzo


personale. Può essere raggiunto solamente attraverso la Grazia. Noi ve lo stiamo dando prima di tutto. Così voi avete
ottenuto il Mukti, il risveglio. Ma non finisce lì. Dopo abbiamo bisogno di andare verso una trasformazione. Abbiamo
bisogno di trasformarci completamente. Affinché ciò accada, deve esserci una profonda consapevolezza. Coloro che
hanno raggiunto il Mukti possono essere profondamente consapevoli. Da allora in poi dovete vivere gli insegnamenti.
Vi abbiamo dato molti insegnamenti, insegnamenti per Risvegliati e non risvegliati. Quindi dopo il Risveglio dovete
vivere gli insegnamenti, dovete applicare gli insegnamenti nella vostra vita quotidiana. Quando fate questo, accadrà
un grande cambiamento. Questa è la trasformazione. Se avviene la trasformazione, possiamo raggiungere il livello 50.
Altrimenti non possiamo. Perciò, è vostra responsabilità elevarvi dal livello che vi è stato dato fino al livello 50. Questo
non è compito nostro. Nostro compito è farvi diventare Risvegliati. Una volta che vi abbiamo dato il Risveglio, voi
dovete utilizzarlo per la vostra crescita. Dovete andare verso la trasformazione. Lo vedete in alcune persone, che
possono essere risvegliate, ma in loro non è avvenuta alcuna trasformazione. Perché loro non applicano gli
insegnamenti! Quindi, gli insegnamenti devono essere applicati nella vostra vita. Voi dovete vivere gli insegnamenti!
Quando fate questo avviene una trasformazione e una volta che la trasformazione è avvenuta voi potete velocemente
raggiungere il livello 50 o 60.





D3) Bhagavan, come ci aiutano gli esseri Divini e Satyaloka Bhagavan nel processo della dark-room?
SRI BHAGAVAN:



Nel processo della dark-room, Amma Bhagavan e molti altri Esseri di Luce lavorano insieme. In


sostanza noi facciamo un’operazione al vostro cervello. Quindi è un team di lavoro. Per noi è più utile fare un
intervento chirurgico nella dark-room. Quando voi siete nella dark-room in silenzio e senza fare altre attività, è come
se foste in una stanza d’ospedale. Avete bisogno di stendervi sul letto affinché sia fatta l’operazione, non sarebbe
possibile fare l’operazione se voi saltaste sul letto. Allo stesso modo, se siete calmi e tranquilli, con una dieta limitata,
in uno spazio sacro, noi possiamo fare l’operazione più facilmente.





D4) Bhagavan, si dice che tutti i problemi che l’uomo si trova ad affrontare adesso dipendano dal fatto che si è
allontanato da Dio. Per favore, spiega questa cosa Bhagavan.
SRI BHAGAVAN:



Principalmente, Dio non dovrebbe essere una questione di fede. È inutile avvicinarsi a Dio solamente


per una questione di fede. Dio deve essere scoperto, per voi Dio deve essere reale. Deve essere un’esperienza reale.
Noi possiamo vedere Dio, parlare con Dio, perfino camminare con Dio. Tutto questo può essere fatto. Ciò che succede
dopo è che quando incontrate un problema, una semplice preghiera o una semplice richiesta lo risolverà
immediatamente. Se avete un amico potente con voi, la vita diventa così facile. Allo stesso modo, chi può essere un
amico migliore di Dio? Lo stesso Dio deve essere vostro amico. Dovete essere in grado di comunicare con Lui, parlare
con Lui. Dovete fare tutto questo. Così nella prossima fase andremo verso la Realizzazione di Dio, dopo di che voi e Dio
diventerete i migliori amici. Poi, se avete un problema finanziario, chiederete a Dio: “Ho questo problema, ho bisogno
di aiuto”. “La mia salute non è buona, ho bisogno di questo.” Potete chiedere con forza (con il potere del legame) e
così le risposte arriveranno potentemente. Questa è la fase successiva. Per tutto questo, la prima fase è Risveglio. Ci
siamo concentrati su di esso ed abbiamo già raggiunto l'obiettivo. Nella prossima fase andremo verso la
Trasformazione e la Realizzazione di Dio.





D5) Qual è il significato delle Homa?
SRI BHAGAVAN:



Tutti i nostri problemi sono nella mente inconscia. C’è un linguaggio particolare per affrontare la


mente inconscia. Il linguaggio è quello delle Homa. L’inconscio comprende il linguaggio delle Homa. Esso non
comprende il nostro normale linguaggio. Ecco perché facciamo le Homa. Ecco perché le Homa sono così tanto efficaci.





D6) “Il Risvegliato non soffre. Quindi non c’è niente da perdonare.” Questo è l’insegnamento della webcast di oggi.
Bhagavan, per favore spiegaci.
SRI BHAGAVAN:



Fondamentalmente, dopo il Risveglio, l’ “io” come persona non esiste. Quando non c’è l’ “io”, non c’è


nessuno da ferire. Questo è lo stato di una persona Risvegliata. Nel caso di un non risvegliato, c’è la sensazione dell’
“io”, il quale si ferisce regolarmente e cerca di perdonare ogni volta. Ma per un Risvegliato non c’è nessuno da ferire.
Non sta accadendo niente di speciale, non c'è una persona lì che si ferisce. Se egli, il Risvegliato, si ferisce, significa che
la trasformazione non è ancora conclusa. Così voi dovete lavorare sulla trasformazione. Per questo, come ho detto in
precedenza, dovete vivere gli insegnamenti. Questo è il vostro sforzo! Per ottenere il Risveglio non è richiesto il vostro
sforzo, ve lo diamo noi. Ma vivere è il vostro sforzo! Voi dovete vivere gli insegnamenti!





D7) Bhagavan, per favore puoi spiegare il Risveglio e l'Illuminazione.
SRI BHAGAVAN:



Se stai guidando un’auto e spegni il motore, lo spegnimento del motore è il Risveglio. Il motore è


stato spento! La mente è stata spenta. Sei stato scollegato da essa. Ma la vettura ha la sua quantità di moto che non la
fa arrestare immediatamente, si ferma a poca distanza, ma di sicuro si fermerà a poca distanza. L'arresto è
l’Illuminazione! Prima di ciò, quando viene spenta, solo il motore è spento. Il flusso della mente viene spento. Questo
è il Risveglio! Ma a causa della quantità di moto del passato, va ancora avanti per qualche tempo. Dopo qualche
tempo si ferma completamente. Dopo di che, anche il flusso dei pensieri sarà un evento raro. Questa è l'Illuminazione!
In più continuerà ad avvenire una completa trasformazione. Questa persona sarà diversa dagli altri in tutti gli aspetti.
Così il Risveglio porta alla Trasformazione e la Trasformazione conduce all'Illuminazione.





D8) Come il Mukti agisce da soluzione per tutti i problemi?
SRI BHAGAVAN:



Se analizziamo la causa e l'effetto di tutti i problemi, la causa ultima è il senso di separazione. Io sono


diverso e gli altri sono diversi. Questa è la ragione. Questa separazione è il “sé”. Questo sé è la causa di tutti i
problemi! Se il sé non c'è, non ci sono problemi. Come si fa a rimuovere il sé? Quello è il Risveglio. Quando si arriva al
Risveglio, il sé si dissolve. In sostanza, se il sé se ne va, tutti i problemi dovrebbero andarsene. Ma l’auto deve fermarsi.
C'è una quantità di moto del passato, una quantità di moto del karma. Così, per qualche tempo, potrebbero esserci dei
problemi. Ma tutto ciò alla fine si dissolverebbe, perché non verrebbe accumulato alcun karma nuovo. Il
chiacchiericcio della mente si ridurrebbe in modo significativo. Quindi la soluzione per tutti i problemi è il Risveglio.
Il sé deve essere dissolto. Il sé è responsabile di problemi personali, problemi individuali, problemi in famiglia,
problemi nella società, problemi del mondo, problemi tra i paesi, problemi con il nostro ambiente e di tutti gli altri
problemi. Se noi lo facciamo decollare (il Risveglio), possiamo distruggere il sé. Quello è il Risveglio.





Q9) Qual è il significato del Tempio della Oneness? Come ci sta aiutando ad ottenere il Mukty?
SRI BHAGAVAN:



Il Tempio della Oneness è una proiezione tridimensionale di un Surya Yantra. Noi stiamo entrando in


uno Yantra. Quando voi entrate in uno Yantra, la kundalini è attivata, i nostri chakra sono tutti attivati. Così voi venite
preparati per il risveglio. Questo è il motivo per cui è stato costruito il tempio. La ragione della costruzione del tempio
fu quella di risvegliare la kundalini delle persone ed attivare i loro chakra. Esso attiva la kundalini non solo delle
persone che visitano il tempio, ma aiuta anche gli altri che non possono visitarlo. Perfino se siete in Canada, alzerà la
vostra kundalini ed attiverà i vostri chakra. Funziona anche solamente pensando al tempio. Ma è molto molto efficace
se voi entrate nel tempio.





D10) Qual è il significato del Tempio di Nemam? Come ci sta aiutando a risolvere i nostri problemi quotidiani?
SRI BHAGAVAN:



La causa principale della maggioranza dei nostri problemi è che i nostri antenati sono bloccati in


qualche luogo. Loro sono bloccati in vari reami. Chi? I nostri antenati. Quando loro sono bloccati, a volte potreste
avere un problema finanziario. Quando loro sono bloccati, a volte potreste avere un problema giudiziario. Questo
blocco si manifesterà in altri modi simili. Ciò avviene perché i nostri antenati sono bloccati. Nemam è specializzato
nella liberazione dei vostri antenati. Quando pregate a Nemam (partecipando ai rituali devozionali), i vostri antenati
vengono liberati velocemente. Allo stesso modo, se avete un problema a causa dei vostri antenati, quello verrà risolto
velocemente a Nemam. Supponiamo che il vostro problema finanziario sia causato dai vostri antenati, il modo
migliore per risolvere il problema è quello di pregare a Nemam. Esso rapidamente risolverà il problema. Supponiamo
che abbiate un problema di salute perché un vostro antenato è bloccato da qualche parte, pregare a Nemam risolverà
il problema velocemente.





D11) Dopo il Risveglio, qual è l’importanza della partecipazione al Mahadeeksha e ai processi AmmaBhagavan
Livello 1 e AmmaBhagavan Livello 2?
SRI BHAGAVAN:



Anche dopo il risveglio, se partecipate a questi processi il vostro livello si alzerà molto. Ogni volta che


partecipate, anche se ascoltate la stessa cosa il vostro livello salirà.





D12) Bhagavan, hai detto che nel 2013, inizierà il processo Bhagavath Sakshaathkara. Per favore puoi spiegare
quando partirà? Qual è il significato del processo?
SRI BHAGAVAN

:

Lo scopo del processo è quello di farvi diventare Dio Realizzato. Ma non è stato deciso ancora nulla


riguardo la data, la durata e tutte queste cose. Presto vi faremo sapere.





SRI BHAGWAN WEBCAST DARSHAN FOR CANADA & FRANCE TAMIL -



Darshan 24th Feb 2013


Video


https://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=Wx9aN1zsc6Q


Question 1:



Bhagwan, please explain one of your teachings, “Past is flowing into the present and manifests itself as


the future.”





Sri Bhagwan:



The mind is something that is always with us. What is the mind? The mind is the flow of thought, from


the past, through the present, into the future. So, the flow is only about the past. To think about the past is being in
the past. To think about the present is being in the past. Even to thin about the future is being in the past. The past
projects even the future. So we are always caught up in the past.
Hence there is no freedom for us at all. The past is cut only when we are Awakened. Only then we can say we have
freedom. Otherwise, there is only the past.





Question 2:



Bhagwan, we are now in the Awakened state. What should we do to attain level 50 Bhagwan?


Sri Bhagwan:



First, we should be Awakened. Awakening cannot be attained by personal efforts. It can only be attained


by Grace. We are giving it to you first. So, you have attained mukti, attained awakening. But it doesn’t end there. Next,
we need to move towards transformation. We need to transform completely. For that to happen, there must be
intense awareness. Those who attained Mukti can be intensely aware. Thereafter, you must live the teachings.
We have given you many teachings, teachings for the Awakened One and for the Unawakened One. So after
Awakening, you must live the teachings. you must apply them in your day life. When you do that, a big change will
occur. That is transformation. If the transformation occurs, we can attain level 50. Otherwise, we cannot.
So, Ascending from the awakened level given to you to level 50 is your responsibility. That is not our work. Our work is
to make you Awakened. Once we have Awakened you, you must make use of it for your growth. You must move into
transformation. Like, if you see some people, they may be awakened, but there would be no transformation. Because
they are not applying the teachings! So, teachings must be applied in your life. You must live the teachings! when you
do that a transformation occurs and once the transformation occurs you can quickly reach levels 50 or 60.





Question 3:



Bhagwan, in the dark room process, how are Divine beings and Satyalok Bhagwan helping us?


Sri Bhagwan:



In the dark room process, Amma Bhagwan and many other Lights beings are working together.


Basically, we are doing a surgery on your brain. So it is a team work. So, it is convenient for us to do such a surgery in
the dark room. When you are in the dark room doing no other activities and in silence like in a hospital room, you
would need to lie down on the bed for the operation to be performed. It would not possible to operate if you were
jumping on the bed. Likewise, if you are calm and quiet and on a limited diet in a sacred space, we can do surgery
easily.





Question 4:



Bhagwan, it is said that the cause of all problems which man is facing today is because man has moved far


from God. Please explain this Bhagwan.





Sri Bhagwan

:

Basically, God should not be a matter of belief. It is pointless to approach God with just a matter of


belief. God must be discovered, God must be real to you. Must be a living experience. We can see God, talk with God,
we can even walk with God. All this can be done. So, what happens then is, when faced with a problem, a simple
prayer or a simple request will solve it immediately. If you have a powerful friend with you, life become so easy. In the
same way, who can be a better friend than God? But the same God must really be your friend. You must be able to
communicate with him, talk with him. You must do all that. So in the next stage we will go on to God Realization, after
that you and God will become Best Friends. After that, if you have a financial problem, you will ask God: “I have this
problem, I need help”. “My health is not good, I need this.” You can ask powerfully (with the power bond) and so the
answers would come powerfully. That is the next stage. For all that, the first stage is Awakening. We have been
focusing on it and have already achieved the target. Now in the next stage we are moving to transformation and God
Realization.





Question 5



: What is the significance of Homas?


Sri Bhagwan:



All of our problems are in the unconscious mind. There is a special language to deal with the


unconscious mind. The language is Homas. The unconscious understands the language of the Homas. It doesn’t know
our normal language. That is why we do the Homas. That is why Homas are so very effective.





Question 6:



The Awakened One does not hurt. Therefore there is nothing to forgive. This is today’s webcast teaching


Bhagwan, please explain.





Sri Bhagwan:



Basically, after Awakening, “I” as a person does not exist. When there is no “I”, there is no one to get


hurt. This is the state of an Awakened person. In case of an unawakened person, there is a feeling of “I”, which gets
hurt regularly and tries to forgive every time. But for an Awakened person, there is no one to get hurt. Not that
something special is happening. There is no person there to get hurt. If he, the Awakened person, gets hurt, it means
that the transformation is not yet over. So you must work on the transformation. For that you must, like I said before,
you must live the teachings! That is your effort! For Awakening your effort is not required. We give it to you. But living
is your effort! You must living the teachings!





Question 7:



Bhagwan, please explain about Awakening and Enlightenment.


Sri Bhagwan:



Now, if you have a car that you are driving, and you switch the engine off. The switching off of the


engine is Awakening. The engine has been switched off! The mind has been switched off. You have been declutched
from it. But the car has its momentum, so it does not stop immediately. It stops after a little distance. But it certainly
stops after a little distance. That stopping is Enlightenment! Before that, when it shuts, only the engine is shut. The
mind’s flow is stopped. That is awakening! But still, due to the past momentum, it goes on for some time. After some
time it stops completely. After that, even the flow of thoughts would be a rare occurrence. That is Enlightenment! Plus
a complete transformation would continue to take place. This person would be different from other people in all
aspects. So Awakening leads to Transformation. And Transformation leads to Enlightenment.





Question 8:



How does Mukti act as a solution for all problems?


Sri Bhagwan:



If we analyze the cause and effect of all the problems, the final cause is the sense of separation. I’m


different and the rest are different. That is the reason. That separateness is the “self”. That self is the cause of all
problems! If the “self” is not there, there are no problems. How do you remove the “self”? That is Awakening. When
you get Awakened, the “self” dissolves. Basically, if the “self” goes, all problems should go. But the car has to stop.
There is a past momentum, a karmic momentum. So for sometime, there might be some problems. But all that would
eventually dissolve, because no fresh karma would be accumulated. Mind chattering would reduce significantly. So
the solution for all problems is Awakening. The “self” should be dissolved. “Self” is responsible for personal problems,
individual problems, problems in the family, problems in the society, problems in the world, problems between
countries, problems with our environment and for all other problems. If we take it off, we can destroy the “self”. That
is Awakening.





Question 9:



What is the significance of Oneness Temple? How is it helping to attain Mukty?


Sri Bhagwan:



Oneness Temple is the three-dimensional projection of the Surya Yantra. We are entering a Yantra. So,


when you enter a Yantra, the kundalini is activated, our chakras are all activated. So you are made ready for
awakening. That is why the temple was built. The reason for building the temple was to awaken people’s kundalini
and to activate their chakras. It activates kundalini of not only the people who visit the temple, but also helps the
other who are unable to visit it. Even if you are in Canada, it will rise your kundalini and activate your chakras. Just
thinking about the temple will work. But actually it is very very effective if you enter the temple.





Question 10

:

What is the significance of the Temple in Nemam? How is it helping us in solving our day to day


problems?





Sri Bhagwan:



The main cause of a lot of our problems is because our ancestors who are stuck up at some place. They


are stuck in various realms. Who? Our ancestors. Sometime when they are stuck, you may have a financial problem.
Sometimes when they are stuck, you may have a court case. Likewise, it will manifest in similar ways. It is because our
ancestors are stuck up. Nemam specializes in clearing your ancestors. Your ancestors are getting cleared fast when
you worship at Nemam. In the same way, if you have a problem because of your ancestors, that will be resolved fast
at Nemam. Suppose if your financial problem is caused by your ancestors, the best way to solve the problem is by
worshiping at Nemam. It will quickly clear the problem. Suppose if you have a health problem because your ancestor
are stuck somewhere, worshiping at Nemam will clear the problem fast.





Question 11

:

After Awakening, what is the significance of participating in Mahadeeksha and Level 1 Amma Bhagwan


process, Level 2 Amma Bhagwan process”?





Sri Bhagwan:



Even after Awakening, if you take part in these processes, your levels will go much higher. Everytime


when you participate, even though the same thing you hear, your level will go up.





Question 12:



Bhagwan, you said, in 2013, Bhagavath Sakshaathkara process will begin. Please explain when it will


start? What is the significance of the process?





Sri Bhagwan:



The motive of the process is to make you God Realized. But so far nothing has been decided about the
date and time and all those things. We will soon let you know about it.